Il DSM-5 (il manuale che non sapevamo di avere, ma che esiste davvero!) ci parla dell’eiaculazione ritardata, o come la chiamiamo tra amici, anorgasmia. In sostanza, è un ritardo (senza specificare quanto) o la mancanza di eiaculazione in quasi tutti i rapporti sessuali, nonostante la giusta stimolazione e la voglia di finire la partita, come ci ricorda l’American Psychiatric Association nel 2013. E, attenzione, il disturbo deve resistere nel tempo, almeno per 6 mesi.
Cominciamo dalla parte divertente: il piacere maschile!
Il piacere maschile è un’opera d’arte complessa in più atti:
- Fase del Desiderio: Un mix di biologia, psicologia e cultura. Come un umore, può variare dal “voglio subito” all'”ho cambiato idea”, passando per “boh, vediamo”. Non cambia nulla nei genitali, ma ti carica emotivamente e ti spinge all’azione.
- Fase dell’Eccitazione: Qui, il sangue si diverte a fare un tour guidato del corpo, specialmente verso alcune “zone di interesse”. Cuore e pressione sanguigna accelerano, e i muscoli si tendono. È il momento del “WOW, è successo!”
- Fase dell’Orgasmo: Qui tocca il cielo. Una danza tra mente e corpo culmina in un’esplosione di piacere chiamata “orgasmo”. In breve, è il momento in cui la tensione si scioglie. Gli uomini avvertono un “senso di inevitabilità” poco prima, tipo “sta per succedere e non posso fermarlo”.
- Fase di Risoluzione: E dopo l’azione, il relax. Il corpo torna al suo normale stato tranquillo.
L’ANORGASMIA: quel mistero insondabile
Non esiste una sola forma di eiaculazione ritardata. Ci sono:
- Primaria: Quando il problema è lì fin dall’inizio.
- Secondaria: Quando appare dopo un periodo di normalità sessuale.
- Situazionale: Legata a partner, luoghi o situazioni specifiche.
- Assoluta: Quando l’orgasmo sembra una leggenda urbana.
La gravità varia da un piccolo intoppo a una vera e propria impresa titanica. In alcuni casi, la causa potrebbe essere una neurologia un po’ capricciosa o farmaci come antidepressivi, antipsicotici o altre sostanze che fanno un po’ il tira e molla con il piacere.
Le cause?
Molti fattori possono essere coinvolti:
- Biologici: Ormoni, età, farmaci, condizioni neurologiche.
- Psicosessuali: Ansia da prestazione, per esempio.
L’approccio terapeutico: un viaggio nel profondo del problema
- L’Approccio Psicoterapeutico: Mirato a risolvere conflitti interiori e problemi di coppia che potrebbero essere dietro al sintomo.
- L’Approccio Comportamentale: Si concentra solo su tecniche di desensibilizzazione, ignorando le questioni emotive e di coppia.
- L’Approccio Integrato: Il terapeuta indaga le paure associate al sesso e cerca di riorientare l’attenzione sul piacere sessuale. La collaborazione tra i partner è fondamentale, senza dimenticare l’individuo e il suo contesto. Insomma, un mix tra biologia, mente e ambiente sociale.
In sintesi, l’obiettivo è chiaro: far sì che il piacere diventi un abitué, ridurre l’ansia e rendere l’orgasmo un ospite sempre gradito nella vita sessuale.